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al testo di cristina bizzarri
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"Dilige, et quod vis fac"
Lo vedi, non chiede nulla mai l'amore - null'altro che non sia il giardino ora spogliato nell'inverno di se stesso oltre la vetrata dove ti rispecchi e riconosci tra quei rami - nuda -
la casa è l'arco delle braccia che una bambina ti tende come un fiore - la freccia ha sulla punta un miele.
Chiamano le silenziose quiete grandi stanze dove eri orma ormai perduta nell'eco avvelenata dei rimpianti - macchie d'inchiostro sul tracciato, corvi che si fingono usignoli chiamandoti nel buio di un gracchiare.
Ma basta un nulla a quell'amore che nulla chiede se non il tuo nulla - restare come un ramo nell'inverno, brillare a primavera, diventare tutto.
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Cristina Bizzarri
- 22/12/2013 22:34:00
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Grazie del tuo pieno e vitale commento.
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Guglielmo Peralta
- 22/12/2013 18:48:00
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Potenza dellamore, che non chiede che di abbandonarci fra le sue braccia, perché è attraverso il filtro di questo miracoloso sentimento che possiamo sgombrare, liberare il cuore e la mente dai ricordi, dai rimpianti, dalle illusioni ed essere "un ramo nellinverno", pronti a fiorire, a fruttificare, a raggiungere la pienezza del nostro essere.
Auguri di un Natale pieno di luce e di serenità.
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Cristina Bizzarri
- 22/12/2013 15:36:00
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Così modificata va meglio mi sembra, grazie!
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amina
- 22/12/2013 15:33:00
[ leggi altri commenti di amina » ]
mi tiene dentro la Tua poesia tra i rami dellinverno come un mantello caldo, a fare un piccolo germoglio basta un Nulla per diventare Tutto a toccare luno nellaltro i confini, oscillando piano senza separare il giardino dalla stanza, il miele dallinchiostro ..
Una poesia potente nella grazia, una culla per "brillare a primavera"
Ciao Cristinaspeciale..un abbraccio implacabile e potente ti stringa per Tutto questo Natale e poi ancora
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Lorenzo Mullon
- 22/12/2013 11:54:00
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Stiamo sgomitando in un tubo amniotico, pensando di essere lì fuori, ma fuori dove? Siamo un grappolo di amorini, dentro un cestino natalizio tutto lanno, e gli anni, che cosa sono poi gli anni, vado a chiederlo al granchio di ieri, ieri poi... che occhieggiava sulle fondamenta della misericordia nostra.
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Cristiana Fischer
- 22/12/2013 11:30:00
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i primi tre versi sono fulminanti, poi il rimemorare che non riesco a ridurre a figura precisa, e infine i quattro versi finali, allaltezza dei primi tre. forse vorrei dirti di concentrare la parte centrale, se posso, ma io faccio sempre una poesia gnomica quindi è proprio una valutazione personale
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Ferdinando Battaglia
- 22/12/2013 09:06:00
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Senzaltro, Cristina, una delle tue più belle, leggendola si è colpiti da un intenso profumo femminile, un tratto leggiadro di soave seduzione nella scittura poetica; ma cole lettore "selvaggio" che vive ai margini della civiltà letteraria, avverto in me unattesa, una versione bizzarriana meno "ingabbiata" nella forma; le due versioni sarebbero comunque complementari, però il mio è il sentire dellasfalto, niente dì intellettuale, mi sono permesso di condividirlo perché confido nella tua clemenza di professoressa.
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Cristina Bizzarri
- 22/12/2013 00:42:00
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In contemporanea! Auguri anche a Chagall e al suo "Violino" Jack! :-)
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Giovanni Baldaccini
- 22/12/2013 00:31:00
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Ciao Cri, le orme si conservano anche nel nulla e da lì, senza chiedere, offrono tanti auguri affettuosi per le prossime feste, da parte mia e di Luciana. Abbracciottoli vari ;-)
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